domenica 22 gennaio 2012

Gerðr


“Gymir hét maðr, en kona hans Aurboða. Ho var bergrisa ættar. Dóttir þiera er Gerðr. Er allra kvinna var fegrst.”

“Un uomo si chiamava Gymir e sua moglie Aurboða, ella era della stirpe dei giganti delle montagne, Loro figlia era Gerðr, la più bella di tutte le fanciulle.”

- Snorri Sturluson, Edda in prosa, Gylfaginning 37

Gerðr è una figura della mitologia germanica\norrena. Figlia di Gymir e Aurboða, appartiene inizialmente alla genia dei giganti, finché unendosi con Freyr (Skírnir si recò da lei a nome di Freyr), non è accolta nella stirpe dei Vanir, diventando così una divinità. Da Freyr ha un figlio di nome Fjölnir.


Il matrimonio di Gerðr
Nello Skínismál è narrata la storia del suo matrimonio con Freyr.

Freyr si era innamorato di Gerðr, tanto bella che il suo splendore si riverberava per il cielo e per le acque. Chiamò quindi il suo servitore Skírnir e lo inviò da Gerðr, perché la convincesse al matrimonio. La missione di Skírnir era sconosciuta agli dei, perché Freyr temeva che non avrebbero approvato l’unione. Skírnir chiese il destriero di Freyr per raggiungere l’abitazione di Gerðr e non solo, volle, come ricompensa, la spada del dio, che gli fu concessa. Un errore da parte di Freyr, perché in seguito non solo avrebbe dovuto affrontare disarmato il gigante Beli, ma si ritroverà indifeso quando verrà il Ragnarøkkr, la fine e la rinascita del mondo.

Per penetrare nell’abitazione di Gerðr, Skírnir dovette superare un bastione di fuoco che la proteggeva. Giunto di fronte alla gigantessa inizialmente tentò di convincerla con le buone, prima le offrì undici mele d’oro (forse le mele di Iðunn) e quindi il potete anello Draupnir, che Óðinn aveva posto sulla pira del figlio Baldr. Ma Gerðr rifiutò entrambe le proposte. Allora Skírnir si affidò alla magia, brandendo una bacchetta magica, predicendole ogni sorta d’orrenda sventura  e tracciando quindi sulla bacchetta tre potenti rune. A questo punto Gerðr si arrese, e acconsentì a sposare Freyr. L’unione tra i due, su richiesta della sposa, si svolse in un bosco silenzioso chiamato Barri.

Il nome di Gerðr può essere legato al termine garðr, che significa “recinto”, ciò che ne fa forse una divinità dei campi coltivati e della terra. La sua unione con Freyr dunque può essere interpretata come un mito di carattere agricolo, in cui i campi stretti nella morsa dell’Inverno vengono risvegliati dai raggi del Sole (incarnati da Skírnir, il cui nome significa “splendente”). Il nome del bosco Barri deriva infatti dal termine barr, orzo.

L’unione di Gerðr con Freyr ha un suo corrispettivo in quella della gigantessa Skaði con il dio della fecondità Njörðr. In entrambi i casi si può pensare ad un modo di simboleggiare la stretta unione tra le due forze della morte e della rigenerazione.

Gerðr può dunque essere vista come una divinità del suolo, in ciò vicina a Nerthus, ma altri particolari la avvicinano invece alle Valkyrjur: la sua dimora è circondata dalle fiamme, mentre il nome della madre, Aurboða, può essere letto anche come “Örboða”, che significa “colei che offre la freccia”, tipico nome da valkyrja.

Fonti: Edda poetica, Edda in prosa, www.bifrost.it

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