sabato 28 gennaio 2012

Svastika


Interrompiamo la rassegna delle divinità del pantheon germanico\norreno per combattere, come sempre l'ignoranza e la mistificazione.
In questo post "speciale" parliamo della svastika che viene sempre attribuita esclusivamente ai movimenti di estrema destra tedesca, come se ne fossero stati gli esclusivi creatori.




La svastika è un simbolo effigiato per mezzo del disegno di una croce greca con i bracci piegati ad angoli retti,  o . Il termine italiano "svastica" originata direttamente dal sostantivo maschile sanscrito svastika (स्वास्तिक) in quella lingua, che indica il simbolo religioso e propizio per le culture religiose originaria dell'India quali il Gianismo, il Buddhismo e l'Induismo.

Come simbolo, generalmente sempre con significati augurali o di fortuna, fu utilizzato da molte altre culture fin dal Neolitico (anche in Europa).

In Europa oltre ad essere un simbolo simile a quello della ruota solare, quindi rappresentativo del sole, era anche qui, un simbolo propriziatore e augurale per la buona fortuna, tanto che i guerrieri lo portavano sugli scudi.

Etimologia
La parola italiana "svastica" deriva dalla resta del termine maschile sanscrito, svastika, attestata nella nostra lingua a partire dal 1897.

In sancrito tale termine possiede numerosi significati indicando, tra gli altri, un "bardo che da il benvenuto", "un incrocio di quattro strade", "l'incrociare le mani o le braccia sul petto", "un bendaggio a forma di croce", il "gallo", "un oggetto prezioso a forma di corona trinagolare" ma, sopratutto, nel significato di "oggetto propizio" o il disegno\simbolo di una croce greca con i bracci piegati ad angoli retti che, a secondo della maggioranza degli orientalisti, rappresenterebbe il disco solare.



Il termine sanscrito svastika deriva da svastí (sostantivo neutro; benessere, successo, prosperità) a sua volta composto dal prefisso su. (buono, bene; linguisticamente affine al greco eu- con lo stesso significato) e da astí (coniugazione della radice verbale, as: "essere"). Il suffiso -ka forma un diminutivo, per cui svastika è traducibile letteralmente come "piccola cosa in relazione con lo star bene" che si può corrispondere a un termine come "portafortuna".

Il termine "svastica" viene indicato in italiano come sostantivo di genere femminile, è possibile ipotizzare che il suo utilizzo al femminile, in Occidente, deviri dall'erata traduzione in "felicità"

Reperti archeologici in Italia
- Un fregio svasticoide appare su di una terracotta previllanoviana conservata al museo etrusco di Villa Giulia a Roma.
- Diversi vasi con raffigurazioni di svastike databili dal 10000 a.C. sia villanoviane che sannitiche e lucane sono visibili nel Museo archeologico provinciale della Lucania occidentale di Padula.
- Alcune svastike sono presenti nei mosaici delle ville del sito archeologico di Ercolano (Napoli) e distrutte dall'eruzione vulcanica del 79. Anche a Pompei compare spesso come motivo ornamentale, ve ne sono diverse nella decorazione della volte dell'apodyterium (spoogliatoio) delle Terme Stabiane.
- Diverse svastike sono presenti nel "Mosaico a cassettoni" della Domus dei Coiedii di Suasa.
- La rosa camuna di Carpene (Sellero) presenta una forma di svastika.
- Sulla pavimentazione di Ostia antica nei pressi delle rovine del teatro è presente una svastica raffigurante il sole.
- Molte svastike sono presenti come elementi decorativi e simboli di buon augurio nei mosaici e nei dipinti murali della Villa del Casale di Piazza Armerina in Sicilia.
- Il simbolo è presente sullo scudo di alcuni guerrieri sanniti, in dipinti risalenti al IV secolo a.C.
- La svastika compare come simbolo decorativo sulle vesti di alcune figure maschili presenti nei mosaici del quartiero ellenistico-romano situato nella Valle dei Templi ad Agrigento.
- La svastika compare come simbolo decorativo sulle vesti femminili nella valle dei templi di Paestum (Salerno).
- Compare come motivo decorativo vascolare su antichi vasi greci.



Ovviamente abbiamo attenzionato soltanto i rinvenimenti nel territorio italiano, ma segnaliamo anche la presenza della svastika:
Cultura celtica:
           - lo scudo rinvenuto nel fiume Thames  decorato con 27 svastike
           - a Ongham  fu ritrovato una pietra decorate con svastike

Cultura germanica (norseman, 'rus):
           - la fibbia di Værløse dalla Danimarca risalte al III secolo
           - la punta di lancia di Brest, in Russia
           - la pietra di Ramsø, Danimarca, risalente al IX secolo

Cultura germanica (anglosassoni):
           - la spada rinvenuta a Bifrons, nel Kent ha delle svastika sull'elsa, risalente  al VI secolo

Secondo la studiosa Hilda Ellis Davidson la svastika potrebbe avere una connessione con Þórr e rappresentare il martello Mjöllnir, e quindi rappresentare il tuono, o possibilmente essere connessa alla ruota solare dell'età del bronzo.

Per gli abitanti dell'Illiria la svastika rappresentava il sole ed era rappresentanto in senso orario.

Nella cultura baltica la svastika è un simbolo comunque usato nell'arte baltica. Il Lituania il simbolo è conosciuto col nome di Ugunrskrusts, che si traduce come "croce del fuoco" (in senso antiorario) mentre è conosciuta come Perkonkrusts "croce del tuono" (in senso orario) ed è associata al dio Perkons il dio del tuono e della giustizia.
Occasionalmente il simbolo è associato al sole come anche a Dievs (dio della creazione), Laima (dea del destino e del fato).


Nelle tradizioni slave, la svastika è trovata sottoforma di ornamento anche sotto forma del "kolovrat" un tipo di svastika ad otto bracci.


Un oggetto molto simile ad un martello o ad un'ascia bipenne compare nella cultura sami come un simbolo magico utilizzato dagli sciamani con i tamburi. Il nome del dio Sami del tuono è Horogalles, traducibile come "vecchio Þórr". Alle volte questa figura viene rappresentata con qualcosa in mano simile ad un martello con le fattezze di una croce con le braccia curve o una svastika.


Sempre appartenente al mondo finnico dobbiamo citare il Tursaansydän chiamato anche Mursunsydän che ha sempre un significato legato al buon augurio e alla fortuna.



Lo svastika nella cultura e nelle religioni orientali
In ambito buddhista il simbolo della svastika indica il Dharmacakra, la "ruota della dottrina".
Nel Buddhismo cinese il carattere  o  o anche 萬  (wàn, giapp, man) rende il termine sanscrito svastika (reso anche come 塞縛悉底迦 saifúxidijia) con il significato di "10.000" ovvero di "miriadi" o "infinito" o "tutte le cose" che si manifesta nella conoscienza di un buddha ( , Fó), per tale ragione esso è spesso posto nelle statue rappresentanti un buddha sul suo petto all'altezza del cuore.
Nel Buddhismo zen il carattere  o  rappresenta il 佛心印 (busshin-in) ovvero il "sigillo della mente-cuore del Buddha" trasmesso dal patriarca nel lignaggio di questa scuola.

In ambito gianista il simbolo dello svastika è uno dei ventiquattro segni propizi ed è simbolo del settimo Arhat e della presente avasarpini.

In ambito induista è il simbolo destrorso () è associato con il Sole e con la ruota del mondo che gira intorno ad un centro immobile, e quindi l'emblema di Visnu (e perciò anche di Krsna). La Brhata samhita (IV secolo d.C:, al LV, 5) sostiene che lo svastika debbe essere apposto all'ingresso dei templi.



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