martedì 24 gennaio 2012

Loki


Dio dalla grande astuzia, fu ora un ingegnoso inventore di tecniche, ora un diabolico ingannatore. Capace di innocui scherzi e di efferati delitti, macchinò la morte di Baldr, ragione per cui venne imprigionato in una profonda caverna e orribilmente torturato.
Destinato a liberarsi, ritornerà il giorno del Ragnarøkrr per combattere contro gli dei. Tra i suoi figli sono annoverati il lupo Fenrir, il serpente Jörmungandr e la dea Hel.

Loki è una figura ambivalente nel pantheon norreno\germanico, in taluni miti è compagno di Óðinn e Þórr e spesso è anche il risolutore di situazioni difficili, in altri invece è colui che attenta all'ordine cosmico, ingannatore, temibile e camaleontico.


Vicende mitiche
Loki nella mitologia rappresenta il male necessario a mantenere l'equilibrio cosmico, di volta in volta nemico ed alleato degli dei, egli incarna il male contenuto nella stessa creazione primordiale, un male che per assurdo devo spesso combattere per il bene, per preservarlo fino allo scontro finale stabilito dai fati.
Loki viene considerato un dio ambiguo per vari motivi, anzitutto l'etimo del suo nome viene legato al fuoco ed in particolare alla fiamma (altri studiosi invece legano il suo nome all'aria) ed il fuoco è elemento che sa da un lato risultare molto utile, può altrettanto spesso diventare pericoloso e distruttivo. Inoltre, anche se egli appartiene alla schiera degli Æsir, vive con loro e partecipa alle loro vicende, al contempo è imparentato con i giganti, i simboli del caos primordiale. Per quanto riguarda i suoi rapporti con gli dei, Loki ha stretto un patto di fratellanza di sangue con Óðinn, infatti in molte occasioni ha aiutato il sovrano degli Æsir, oppure il figlio Þórr ad affrontare imprese, a superare pericoli ed a ristabilire l'ordine.
Inoltre la sua benevolenza viene sottolineata dal fatto che Loki compare nella triade divina che creò gli uomini da due tronchi d'albero ed in particolare egli donò agli uomini neonati il caloro e il bell'aspetto, infatti è possibilmente collegato ai personaggi di Lóðurr e Vé entrambi protagnosti alternati delle triadi creatrici.

Ma Loki è anche associato ai giganti, simboli di potere incontrollabile e forza primordiale, con i quali ha una stretta parentela: è infatti figlio del gigante Fárbauti, anche se la madre risulta essere la dea Laufey (isola di foglie) detta anche Nál (aghi di pino).
Infatti secondo una mito evermeristico sulla nascita del fuoco, e quindi di Loki inquanto incarna il fuoco, dall'unione del fulmine, incarnato da Fárbauti, che colpisce le foglie incarnate da Laufey o gli aghi di pino, incarnati da Nál.
Inoltre Loki, accoppiandosi con la gigantessa Angrboða, ha generato vari essere mostruosi e temibili come il lupo Fenrir, simbolo della voracità del fuoco distruttore, destinato a divorare Óðinn durante il Ragnarøkrr, il serpente di Miðgarðr detto anche Jörmungandr (letteralmente, essere infinitamente potente) che è il grande serpente che si morde la coda e che avvolge Miðgarðr che nel Ragnarøkkr ucciderà Þórr con il suo veleno, e infine, Hel, dea della morte. Invece dall'Ásynja Sigyn, Loki ha generato divinità più benevole come Nari e Váli, e Sygin gli sarà sempre molto devota e lo curerà al momento della sua caduta. In più Loki, molte altre volte ha combinato seri guai agli dei come quando provocò il rapimento di Iðunn, rubò il gioiello di Freyja, rubò i capelli alla bella Sif e tormentò, sotto forma di moscone, i nani che stavano forgiando Mjöllnir. La malefatta peggiore fu però quando egli provocò la morte di Baldr e ne impedì la resurrezione, perciò gli dei lo punirono legandolo a delle rocce, con un serpente che faceva colare il suo veleno acido sul suo viso.


Loki è ambiguo inoltre proprio per il modo di atteggiarsi, spesso si traveste e fa il buffone, inoltre viene accusato dagli altri Æsir di comportarsi e di giacere come una donna, infatti è a conoscenza della magia del Seiðr, che comporta per i maschi inverecondia e comportamento effeminato che adopera per compiere metamorfosi in mosca, pulce, falco, salmone e foca. Insomma Loki è una divinità omosessuale, o meglio, bisessuale, per esempio si trasforma in giumenti e si fa montare da Svaðilføri, generando il divino cavallo ad otto zampe Sleipnir, il cavallo di Óðinn con le rune incise sui denti, e come fa una donna Loki partorì le streghe dopo aver trovato tra i carboni il cuore mezzo cotto di una gigantessa (altre versione dicono un cuore di donna) che egli mangiò e ne rimase ingravidato.

Alla fine dei tempi Loki riuscirà a liberarsi dal suo supplizio e duellerà fino alla morte con Heimdallr, finendo per uccidersi a vicenda, durante il Ragnarøkkr.

Significati etimologici
Loki sembrerebbe l'incarnazione del "male", ma di un male necessario e reso meno spiacevole grazia alla buffoneria che lo pervade, ai suoi continui geniali e divertenti inganni e alla sua utilità in determinate occasioni. Come detto il suo nome deriverebbe forse dall'antologia con l'antico nordico logi, che molto probabilmente significa fiamma. Questa fiamma illumina i legami di Loki con i giganti del fuoco, i Múnspellsmegir, che egli accompagnerà poi nel Ragnarøkkr, la fine e la rigenerazione del mondo. Altri considerano invece il suo nome come una storpiatura di loptr, aria. Loki ha in comune con l'elemento aria la sua intelligenza intuitiva, la capacità verbale, l'abilità nel procurarsi ogni sorta di metamorfosi e di mezzi magici ad esempio le sue scarpe che gli permettono di camminare sia sull'acqua che sull'aria.

Il suo nome è stato paragonato anche al ragno, che viene definito proprio locke in molti dialetti nordici. Condivide con il ragno la funzione cretrice, ma anche malefica, che si rivela nel mito d i Loki che costruisce una rete da pesca, simile a una ragnatela. Viene definito dal poeta Snorri Sturluson "fabbro dei mali", perché applica i suoi poteri solo in modo dannoso e distorto. E' insomma una sorta di mago che "perverte" le energie del cosmo conservate da Æsir e Vanir.

Nei poemi
Loki è la figura centrale del poema chiamato Lokasenna, che fa parte dell'Edda poetica. In questa opera gli dei tengono una festa a casa di Barkley (malto). Loki, dapprima invitato alla festa viene scacciato per i suoi modi fastidiosi. Rientrato in un secondo momento nelle sale del banchetto, si scontra in un serrato scambio di insulti con gli dei presenti, ai quali vengono rinfacciati i propri vizi, ai quali vengono intrecciati i vizi di Loki stesso. Ultimo scontro è tra Loki e Þórr, il quale prevale per la forza bruta, mettendolo in fuga.


Raggiunto dagli Æsir, Loki viene giudicato per la morte di Baldr e condotto in una grotta nel Niflheimr, qui trasformato suo figlio Váli in lupolo spingono a divorare il fratello Nari e con le budella di quest'ultimo Loki viene legato a tre pietre appuntinte. Un serpente sospeso al di sopra della sua testa cola veleno acido e corrosivo sul suo viso, e che lo brucerebbe se Sigyn non raccogliesse le gocce in una bacile per poi andare a svuotarlo. Ma quando ella va a svuotarlo, il liquido infuocato gli cola addosso facendo urlare Loki per il dolore, e i suoi sussulti violenti in preda al bruciore procudono i terremoti.

Fonti: Edda poetica, Edda in prosa, www.bifrost.it

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